Come confermato e più volte ribadito dal Ministro dell’Istruzione Bussetti, nei prossimi tre anni si prevede la formazione e la conseguente immissione in ruolo di 40.000 nuovi docenti di sostegno per sopperire alla mancanza di tali insegnanti e conformare, all’atto pratico, quella posizione d’avanguardia che l’Italia ha in ambito legislativo riguardo al tema dell’inclusione.
Ernesto Ciracì, Presidente del Misos (Movimento insegnanti di sostegno a tutela degli alunni con disabilità) denuncia però ad oggi la mancata assunzione di tutti quei docenti specializzati vincitori dei concorsi passati (i docenti presenti nelle graduatorie del non concluso concorso 2018, ma anche quelli inseriti ancora nelle graduatorie del concorso 2016 (vincitori e idonei), nelle GaE e nelle graduatorie di istituto) e afferma che in regioni come la Toscana in cui per porre fine all’emergenza sostegno ci sono cattedre che vengono assegnate con supplenze al 30 giugno.
Ciracì si sfoga così su Repubblica:
«In Toscana quest’anno sono 4249 i posti sul sostegno che andranno a supplenza invece di essere trasformati in cattedre stabili quello che fa più riflettere è che anche questa volta il diritto alla continuità didattica-educativa verrà disatteso, nonostante siano presenti insegnanti che hanno sostenuto e superato un concorso, docenti competenti e soprattutto in grado di garantire un’adeguata crescita formativa ai nostri alunni».
Gli 8.491 posti sul sostegno previsti nel prossimo concorso scuola 2019, secondo Ciracì, altro non sono che quelle cattedre rimaste vacanti dal concorso 2016 per la mancata accettazione da parte dei professori di recarsi nelle regioni a cui erano stati destinati ed è per questo che per il Presidente del Misos risulta assurdo che i precari specializzati e i futuri specializzandi 2019 debbano ancora svolgere un concorso selettivo. La soluzione più sensata sarebbe quella di prevedere, nel concorso, una fase di transizione per tutti questi insegnanti.
L’immissione in ruolo di queste figure professionali qualificate è una questione, pertanto, molto dibattuta e resterà sostanzialmente irrisolta ancora per il prossimo anno. Le scuole per sopperire a tale carenza continuano a ricercare insegnanti attingendo dalle domande di messa a disposizione.
Invitiamo, quindi, gli insegnanti a utilizzare le MAD per potersi candidare come docenti di sostegno, consapevoli che tale incarico, può considerarsi non solo un “lavoro”, ma anche un’esperienza che arricchisce interiormente, diventando un tassello fondamentale nella propria formazione.